L'attributo nofollow nei links di Blogger.

NoFollowIl tag “nofollow” (rel=nofollow) è stato creato originariamente per bloccare l'accesso dei motori di ricerca evitando che questi seguissero determinati links.

Questo attributo negli ultimi anni è stato largamente adoperato in particolare nei blog a causa dell'aumento esponenziale di links che gli utenti inserivano nei loro post, rendendo così ogni pagina del blog una fitta trama di links spesso variegati e non correlati né fra loro, né al tema dell'argomento trattato dalla pagina del blog.

Questo sistema di accompagnare i post con links o di scrivere appositamente post partecipando al blog con questa unica ed esclusiva finalità è diventata una forma di spam ed il motivo di tutto ciò era che gli utenti, nei loro commenti, potevano inserire liberamente anchor text nei links per migliorare il posizionamento del proprio sito.... una vera manna!

Cos’è il nofollow?

Il termine nofollow significa letteralmente “non seguire”.
Utilizzato nell’ambito web indica hai motori di ricerca di non indicizzare e quindi di “non seguire” un link o collegamento ad altre pagine internet.

Come si utilizza il nofollow?
Basta semplicemente aggiungere l’attributo ret=”nofollow”
<href=”http:www.linksito.it” rel=”nofollow“>testo del link</a>
Semplice non credete?
Quando dovrebbe essere utilizzato il nofollow nelle nostre pagine?
Se abbiamo un sito dove permettiamo ai nostri visitatori di lasciare commenti o inserire discussioni (blog o forum), potremmo ritrovarci montagne di link che puntano a siti spam o siti penalizzati da motori di ricerca per altri motivi.

Cosa succederebbe al nostro sito?
Semplice, i motori di ricerca ci penalizerebbero senza pietà.
La nostra “reputazione” diminuirebbe e faremmo tantassima fatica per recuperarla.
E’ però anche vero che la nostra filosofia resta quella di aiutarci a vicenda e rendere i nostri contenuti accessibili.
Sarebbe quindi oppurtuno eliminare il nofollow a qui visitatori che regolarmente seguono i nostri contenuti e partecipano “veramente” ed attivamente.
Premiamoli con un bel link senza nofollow.
Presto approfondiremo questo argomento: nofollow o doffolow?

Curiosità
Prima che il nofollow fosse limitato al singolo collegamento, era di norma inserire tra i meta questa riga di codice:
<meta name=”robots” content=”noindex,nofollow” />
Questo comando indicava ai motori di non seguire “tutti” i link in uscita.

Quindi, faccio tanto per linkare le mie pagine interne oppure siti “amici”, senza trarne nessun beneficio?
Invece no!

Era molto diffusa la seguente tecnica:

Il sito ritenuto spam o comunque non accettato, veniva reindirizzato ad una pagina bloccata nel file robots.txt.
dofollow-nofollow-links
Secondo alcuni esperti in ambito seo l'utilizzo del tag nofollow è sconsigliabile e costituisce un vero e proprio fallimento e ciò per diverse ragioni:
  1. In primis, come detto, il tag nofollow non riesce a scoraggiare gli spammers, per cui è meglio ricorrere ad altri strumenti, creati con questo scopo, come Akismet e SpamKarma per Wordpress;
  2. Se il blogger effettua un lavoro di moderazione degli interventi non occorre il tag nofollow;
  3. Spesso viene utilizzato il tag nofollow come default (Wordpress ne è un esempio) all'insaputa dei bloggers che dovrebbero invece verificare e scegliere come regolarsi
  4. Il tag nofollow annulla il valore di un link. Che ne pensereste se la Directory di Yahoo associasse il tag nofollow al vostro link? Nofollow = Nessun valore del link.
  5. Linkare ad un sito con il tag nofollow significa in qualche modo dimostrare una mancanza di fiducia verso il sito linkato. Un po' come avvicinarsi a qualcuno per stringergli la mano per poi, all'ultimo momento, scansarsi. Non propriamente un atteggiamento simpatico.
  6. No Follow genera anche confusione. Non esistono linee guida precise da parte dei motori di ricerca che insegnino ai webmasters come utilizzarlo con la conseguenza paradossale che certi webmasters inesperti l'adottano per l'intero sito (magari nel file robots.txt o nella home page) con la conseguenza di impedire al sito l'indicizzazione nei motori di ricerca
  7. I links venduti che contengono il tag nofollow non hanno quasi senso in quanto costituiscono un valore molto minore di quello che l'acquirente ha corrisposto
  8. Spesso i beneficiari di links con attributo nofolow, anche in caso di acquisto di un link, non sono avvisati né si accorgono facilmente della presenza di questo attruibuto. Così pagano per ricevere in cambio una “bufala” o quantomeno qualcosa che non corrisponde al prezzo pagato.
  9. Molti motori di ricerca indicizzano comunque links con l'attributo nofollow! Ad esempio Yahoo! Segue ed indicizza questi links mentre Google, più ligio, non lo fa.
Ecco cosa dice Google dei ="nofollow"
Informazioni su rel="nofollow"
Guarda un video su rel=nofollow.
"Nofollow" consente ai webmaster di inviare ai motori di ricerca le istruzioni "Non seguire i link presenti in questa pagina" o "Non seguire questo link".
In origine, l'attributo nofollow compariva nel metatag a livello di pagina e indicava ai motori di ricerca di non seguire (ovvero non eseguire la scansione) qualsiasi link in uscita dalla pagina. Ad esempio:
 <meta name="robots" content="nofollow" />


Prima che il tag nofollow fosse utilizzato per i singoli link, impedire ai robot di seguire i singoli link su una pagina richiedeva un notevole impegno (ad esempio, reindirizzando il link a un URL bloccato in robots.txt). Per questo motivo è stato creato il valore attributo nofollow dell'attributo rel, che consente ai webmaster di effettuare un controllo più mirato. Anziché indicare ai motori di ricerca e ai bot di non seguire tutti i link presenti nella pagina, ti consente di indicare facilmente ai robot di non eseguire la scansione di un determinato link. Ad esempio:


 <a href="signin.php" rel="nofollow">accedi</a>


Come vengono gestiti da Google i link contrassegnati con nofollow?

In genere non li seguiamo. Ciò significa che Google non trasferisce testo di ancoraggio o PageRank tra questi link. In pratica, utilizzando nofollow escluderemo i link di destinazione dalla nostra rappresentazione complessiva del Web. Tuttavia, le pagine di destinazione potrebbero comunque essere presenti nel nostro indice se altri siti vi si collegano senza utilizzare nofollow oppure se gli URL vengono inviati a Google tramite una Sitemap. Inoltre, è importante tenere presente che altri motori di ricerca potrebbero gestire nofollow in un modo leggermente differente.


Quali sono le norme di Google in materia e alcuni esempi specifici dell'utilizzo di nofollow?

Ecco alcuni casi in cui consigliamo di utilizzare nofollow:



  • Contenuti non fidati: se non puoi o non vuoi farti garante dei contenuti di pagine a cui hai inserito un link nel tuo sito, ad esempio commenti o voci nel libro degli ospiti lasciati da utenti non fidati, dovresti utilizzare nofollow per tali link. Ciò può scoraggiare gli spammer dall'attaccare il tuo sito e impedire al tuo sito di assegnare inavvertitamente un PageRank a un cattivo vicino sul Web. In particolare, gli spammer di commenti possono decidere di non attaccare un sistema di gestione dei contenuti o un servizio di blog se si rendono conto che i link non fidati presenti in tale servizio non vengono seguiti perché contrassegnati con nofollow. Se desideri premiare gli utenti fidati che lasciano commenti, puoi decidere di rimuovere manualmente o automaticamente l'attributo nofollow dai link pubblicati da membri o utenti che nel corso del tempo hanno ripetutamente lasciato contributi e commenti di alta qualità.

  • Link a pagamento: il posizionamento di un sito tra i risultati di ricerca di Google si basa in parte anche sull'analisi dei siti che contengono link che rimandano a esso. Per impedire che i link a pagamento influenzino i risultati di ricerca e abbiano un impatto negativo sugli utenti, invitiamo i webmaster a utilizzare l'attributo nofollow su tali link. Le linee guida dei motori di ricerca richiedono che i link a pagamento vengano segnalati in un formato leggibile dal computer, come accade per i consumatori online e offline che apprezzano la segnalazione delle relazioni commerciali a pagamento (ad esempio, un annuncio su un'intera pagina di un quotidiano contrassegnato dalla dicitura "Pubblicità").

  • Prioritizzazione della scansione: i robot dei motori di ricerca non possono eseguire l'accesso o registrarsi come membri del tuo forum, pertanto non vi è motivo di invitare Googlebot a seguire link quali "registrati" o "accedi". L'utilizzo di nofollow su questi link consente a Googlebot di eseguire la scansione di altre pagine che desideri siano incluse nell'indice di Google. Tuttavia, una buona strutturazione delle informazioni (una navigazione intuitiva, l'utilizzo di URL facilmente leggibili da motori di ricerca e utenti e così via) potrebbe rappresentare un utilizzo molto più produttivo delle risorse rispetto al concentrarsi sulla prioritizzazione della scansione tramite i link contrassegnati dall'attributo nofollow.


Come funziona nofollow con la Social Graph API (rel="nofollow me")?


Se ospiti profili utente e consenti agli utenti di collegarsi ad altri profili sul Web, ti invitiamo a contrassegnare i link in questione con il microformato rel="me" in modo che possano essere resi disponibili tramite la Social Graph API. Ad esempio:


<a href="http://blog.example.com" rel="me">Mio blog</a>

Tuttavia, poiché questi link vengono generati dall'utente e a volte potrebbero indirizzare a pagine non attendibili, consigliamo di contrassegnarli con nofollow. Ad esempio:

<a href="http://blog.example.com" rel="me nofollow">Mio blog</a>


Con rel="me nofollow", Google continuerà a considerare rel="nofollow" come previsto per le ricerche, ad esempio non trasferendo il PageRank. Per quanto riguarda la Social Graph API, però, prenderà in considerazione il link contrassegnato con rel="me" anche quando è incluso con nofollow.


Se, però, puoi verificare la proprietà di un link utilizzando una tecnologia di identificazione come OpenID o OAuth, può scegliere di rimuovere il link contrassegnato con nofollow.

Per impedire la scansione di un URL contrassegnato con rel="me nofollow", puoi utilizzare il file robots.txt. Le regole standard di esclusione del file robots.txt vengono rispettate sia da Googlebot che dalla Social Graph API.


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